Quanto pesano gli alimenti sui bilanci familiari Europa
In Ue le risorse investite in alimenti si sono incrementate, e perlopiù è aumentato anche il peso relativo di tale voce di spesa. L’aumento è stato particolarmente pronunciato a ridosso della pandemia e nel 2021 ancora non è tornato ai livelli del 2019.
mercoledì 26 Aprile 2023 | Europa
- Nel 2021 le spese per alimenti sono leggermente inferiori al 2020, ma ancora non sono tornate ai livelli del 2019.
- Mediamente in Ue costituiscono il 14% del paniere.
- In Romania la quota sale al 25%.
- In Italia pesano maggiormente rispetto agli altri grandi paesi Ue, ma l'aumento più marcato ha avuto luogo in Spagna.
- In termini assoluti, la spesa alimentare è aumentata in tutti i paesi membri tranne la Romania, dal 2013.
Il cibo e le bevande non alcoliche sono beni di prima necessità. Premessa la rilevanza della scelta individuale di spendere più o meno in un determinato prodotto, una maggiore incidenza delle spese per alimenti nel bilancio familiare può indicare una situazione di maggiore disagio socio-economico.
A ridosso della pandemia da Covid-19 l’incidenza di tale voce di spesa è aumentata. Per quanto riguarda il 2020, in corrispondenza del lockdown, questa variazione può essere imputata alla sospensione di molte attività, che hanno portato al calo relativo di alcune componenti del paniere. Tuttavia nel 2021, quando tutte le attività hanno ripreso il loro regolare svolgimento, la situazione non è ancora tornata ai livelli pre-pandemici.
Le spese familiari durante e dopo il Covid-19
Nel complesso, come rileva Eurostat, le spese effettuate dalle famiglie sono aumentate del 4% nel 2021 rispetto al 2020. Anno quest’ultimo che aveva segnato un calo dell’8% rispetto al precedente, a causa dello scoppio della pandemia.
L’aumento ha caratterizzato tutte le principali componenti, che Eurostat classifica come segue:
- ristoranti e alberghi;
- trasporti;
- attività ricreative e culturali;
- abbigliamento;
- educazione;
- miscellanea (beni e servizi);
- bevande alcoliche, tabacco e narcotici;
- spese domestiche (acqua, elettricità, gas e altri carburanti);
- spese sanitarie;
- mobilio e spese di mantenimento dell’abitazione;
- acquisto di cibo e bevande non alcoliche;
- comunicazione.
L’aumento più marcato ha riguardato la voce “ristoranti e alberghi” (+15,5%). Si tratta di un cambiamento di facile comprensione, visto che durante il lockdown le persone hanno avuto una minore libertà di movimento e che per vari mesi i ristoranti sono stati chiusi.
Nel 2021 la spesa per alimenti è stata più elevata che nel 2019.
L’incremento più modesto invece ha riguardato le bevande alcoliche, il tabacco e i narcotici (+1%) e in secondo luogo la spesa per alimenti (+1,3%). Nel 2020 questa è stata particolarmente elevata (e ciò spiegherebbe l’aumento contenuto) anche per via della chiusura delle attività di ristorazione. Tuttavia nel 2021 la situazione non è ancora tornata ai livelli del 2019 e anzi le risorse che le famiglie dedicano a questa voce di spesa continua ad aumentare. Rispetto al 2019 si è incrementata mediamente del 4,5%.
Quanto pesano gli alimenti nei bilanci familiari
Mediamente in Europa la voce di spesa più importante per le famiglie è quella relativa alle spese domestiche e ai carburanti, che da sola costituisce un quarto del bilancio totale. Al secondo posto figurano il cibo e le bevande non alcoliche.
14,3% le spese per alimenti e bevande non alcoliche in Ue nel 2021.
In Romania gli alimenti costituiscono un quarto delle uscite familiari
La spesa alimentare nei paesi Ue, come incidenza e in termini assoluti (2021)
I dati si riferiscono alla spesa per alimenti e bevande non alcoliche, come percentuale del bilancio totale delle famiglie e in termini assoluti (milioni di euro). Sono esclusi i tabacchi. Per svolgere questi confronti è stata utilizzata una metodologia armonizzata.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: venerdì 14 Aprile 2023)
I paesi dell’Europa orientale sono quelli in cui la spesa alimentare ha la maggiore incidenza rispetto al totale delle spese sostenute dalle famiglie. Prima tra tutte la Romania con quasi il 25%, seguita da Lituania e Bulgaria (20% circa). Mentre le quote più basse si riscontrano in Irlanda e Lussemburgo (meno del 10%). L’Italia, con il 15,5%, è leggermente al di sopra della media Ue.
Una voce di spesa in aumento
Come abbiamo precedentemente accennato, quella per il cibo e le bevande è una voce di spesa che a ridosso della pandemia ha incrementato la propria incidenza. Analizziamo la situazione nei paesi Ue più popolosi.
Aumenta la quota di spesa per alimenti
La percentuale di spesa familiare dedicata agli alimenti, nei paesi Ue più popolosi (2013-2021)
I dati si riferiscono alla quota di spesa familiare coperta da beni alimentari e bevande non alcoliche.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: venerdì 14 Aprile 2023)
In tutti i più grandi paesi Ue l’incidenza è aumentata. In particolare in corrispondenza dello scoppio della pandemia, quando molte altre voci di spesa hanno avuto un minor peso. Nel 2021 è l’Italia lo stato in cui incide maggiormente.
Per quanto riguarda gli altri paesi membri, l’aumento maggiore nel peso della spesa alimentare sul bilancio familiare totale l’ha registrata la Slovacchia con quasi 3 punti percentuali di differenza rispetto al 2013. Sopra i 2 punti percentuali anche Cipro e Grecia, mentre in 8 dei 27 paesi Ue il peso si è ridotto. In questo senso il dato più significativo è quello romeno (-3,9 punti percentuali tra 2013 e 2021), seguito da quello lituano (-3,3 punti) e da quello irlandese (-2,1).
In termini assoluti comunque le uscite per il cibo e le bevande non alcoliche sono aumentate in tutti i paesi membri tranne l’Irlanda (qui, è calata del 3,9%). Gli incrementi più marcati si sono registrati a Cipro, in Bulgaria, in Slovacchia e in Polonia, tutti con variazioni maggiori al 20%. Fatta eccezione solo per la Romania e Malta, l’Italia è il paese Ue dove il cambiamento è stato meno pronunciato: tra 2013 e 2021 l’aumento si è attestato al 4,7%. Contro una media del 10,9%.
Foto: Clem Onojeghuo – licenza