Quanto si indebitano i comuni per realizzare investimenti e opere pubbliche Bilanci dei comuni
Contrarre mutui o prestiti significa investire nelle politiche di sviluppo sul territorio, ma la spesa per il debito pubblico è una variabile che le amministrazioni devono tenere sotto controllo. Vediamo quanto incide sui bilanci comunali.
mercoledì 30 Settembre 2020 | Italie a confronto
Le dinamiche della finanza pubblica sono complesse. Nella compilazione dei bilanci gli enti territoriali, regioni e comuni in primis, devono sempre equilibrare investimenti necessari alle politiche in favore dei cittadini con il principio di razionalizzazione della spesa.
Dal 2012 è obbligatorio l’ottenimento del pareggio di bilancio, introdotto nella Costituzione con l’obiettivo di tenere sotto controllo il debito pubblico italiano sia a livello centrale che nelle declinazioni territoriali.
Questo non significa che i comuni non possano generare debiti. Farlo non è necessariamente un fatto negativo, anzi. Contrarre mutui o prestiti può voler dire investire su infrastrutture a favore della comunità, perché per legge gli enti locali possono indebitarsi solo per opere pubbliche o investimenti, e non per le spese correnti, come il pagamento degli stipendi o i servizi per la cittadinanza.
Nel 2001 questo principio è stato inserito nella Costituzione.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni […] possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento, con la contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l’equilibrio di bilancio.
Pur non essendo negativo in sé, il costo del debito è naturalmente una variabile che le amministrazioni devono sempre tenere sotto controllo, onde evitare conseguenze negative. La questione centrale, infatti, non riguarda l’accesso o meno a mutui e prestiti, quanto piuttosto la capacità di restituzione degli stessi nel tempo. Non solo l’entità in sé del debito, insomma, ma la spesa annuale che il comune sostiene per restituirlo.
Nei bilanci c’è una voce dedicata al debito pubblico, che comprende sia la quota capitale che la quota interessi relative all’ammortamento dei mutui e dei prestiti obbligazionari. Si tratta delle spese sostenute per la restituzione delle risorse finanziarie relative alle quote di capitale o interessi acquisite dall’ente mediante titoli obbligazionari, prestiti a breve termine, mutui e finanziamenti a medio e lungo termine e altre forme di indebitamento e relative spese accessorie. Consideriamo dunque la “quota rateale” con la quale il comune rimborsa annualmente la cifra ottenuta in prestito, maggiorata degli interessi.
Tra le grandi città Genova ha la maggiore spesa per il debito
Spesa pro capite nelle città con più di 200mila abitanti (2018)
I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nelle voci di bilancio “quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari” e “quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2018.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
Tra le città italiane più popolose è Genova ad avere la maggiore quota pro capite di debito pubblico per investimenti: 195,26 euro per abitante. Con la sola eccezione di Napoli (187,07), anche le altre città in testa alla classifica si trovano al nord e al centro: Torino (160,32), Trieste (150,47) e Firenze (132,36). Padova è ultima, con soli 1,17 euro pro capite.
Quanto spende il tuo comune per il debito pubblico
La spesa per debito pubblico (quota capitale e quota interessi) in tutti i comuni italiani (2018)
Per sapere quanto viene speso per il debito pubblico nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.
I dati mostrano per ogni comune italiano la spesa totale e la spesa pro capite destinata al debito pubblico (quota capitale e quota interessi). Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Alcuni bilanci non sono stati resi disponibili alla data di pubblicazione.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
Se guardiamo agli interessi che i comuni versano per la restituzione dei prestiti, nel 2018 Napoli ha pagato 101,2 milioni di euro (104,76 euro pro capite). Si tratta di un importo maggiore della stessa quota capitale: 79,5 milioni (81,32 pro capite).
In tre anni Trieste ha triplicato la spesa per prestiti e mutui
L'andamento della spesa pro capite nei bilanci dal 2016 al 2018
I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nelle voci di bilancio “quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari” e “quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 città che hanno speso di più per il rimborso del debito pubblico nel 2018.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
Dal 2016 al 2018 tutte le città considerate hanno incrementato la spesa pro capite per il debito pubblico. Gli aumenti più evidenti si sono verificati a Trieste, passata da 48,61 a 150,47 euro pro capite. Il trend negli anni può essere spiegato dall'eventuale realizzazione di piani per le opere pubbliche, essendo l'indebitamento consentito solo per investimenti.
Anche Genova in un triennio ha visto un aumento superiore a 50 euro pro capite. Oltre al 2018, anche nel 2016 il capoluogo ligure ha speso la quota più alta tra le maggiori città italiane, mentre nel 2017 è risultata seconda solo a Torino. Andiamo ad analizzare qual è la situazione nei comuni della sua area metropolitana.
I comuni della città metropolitana di Genova
Spesa per il debito pubblico nei comuni dell'area metropolitana (2018)
I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nelle voci di bilancio “quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari” e “quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni che non compaiono nella mappa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
Portofino è il comune ad avere una quota di debito pubblico maggiore: 909,76 euro per ognuno dei suoi 401 abitanti. Oltre al capoluogo (195,26 euro pro capite), i comuni più popolosi e più indebitati dell'area metropolitana sono Lavagna (258,54) e Santa Margherita Ligure (107,39).
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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.
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