Quanto spendono i comuni italiani per la gestione dei cimiteri Bilanci dei comuni
Causando un aumento sensibile dei decessi soprattutto in alcune aree del paese, la pandemia ha messo sotto pressione le amministrazioni comunali, che hanno la competenza per la gestione dei cimiteri e dei servizi necroscopici.
mercoledì 10 Febbraio 2021 | Italie a confronto
Dal punto di vista del tasso di mortalità, a causa della pandemia il 2020 è stato un anno terribile, con un aumento sensibile dei decessi, che ha suscitato attenzione anche sui cimiteri e sulla loro gestione nelle città.
Una delle immagini che rimarranno alla storia per la loro drammaticità è la lunga colonna di mezzi militari che, nella scorsa primavera, trasportava fuori città le salme delle vittime per Covid a Bergamo, nel cuore della notte.
La Lombardia è stata una delle aree del mondo maggiormente colpite dal virus e l’Italia uno dei paesi ad aver registrato le maggiori perdite in termini di vite umane.
Un rapporto Istat, pubblicato lo scorso 3 febbraio, evidenzia come i mesi di marzo, aprile e novembre dello scorso anno abbiano visto un evidente aumento dei decessi, considerando tutte le cause di morte. Si tratta di un dato evidentemente influenzato dal coronavirus.
L’aumento dei decessi in Italia nel 2020, rispetto ai 5 anni precedenti
Variazione percentuale dei decessi in Italia, tra il periodo gennaio-novembre 2020 e la media dello stesso periodo negli anni 2015-2019
La mappa mostra la variazione percentuale, divisa per regioni e province autonome, dei decessi per tutte le cause tra il periodo gennaio-novembre 2020 e la media dei periodi gennaio-novembre degli anni dal 2015 al 2019. Per la nota metodologica si rimanda al rapporto Istat pubblicato il 3 febbraio 2021.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 30 Novembre 2020)
Tra il 1 gennaio e il 30 novembre 2020 in Italia sono decedute (per tutte le cause) 668.453 persone, 81mila in più della media dei decessi negli stessi periodi degli anni dal 2015 al 2019. Rispetto ai cinque anni precedenti, c'è stato un incremento dei decessi del 13,8%.
Tutte le regioni hanno registrato un aumento dei decessi. In particolare Lombardia (+36,9% rispetto alla media 2015-2019), Valle d'Aosta (24%), provincia autonoma di Trento (23,7%), provincia autonoma di Bolzano (21%) e Piemonte (20,6%). Le regioni dove si sono verificate variazioni minori sono invece Molise (3,8%), Abruzzo (3,1%) e Calabria (2,9%).
Il bisogno di garantire una sepoltura dignitosa alle persone decedute ha acceso i riflettori sulle criticità dei servizi cimiteriali in alcuni territori, dalla disponibilità alla qualità degli spazi, necessità ineludibili per la dignità di chi è morto e dei suoi cari.
Vediamo come i comuni italiani possono rispondere a queste esigenze attraverso gli investimenti pubblici.
Le spese dei comuni per i cimiteri
Le spese per il "servizio necroscopico e cimiteriale" si trovano nei bilanci delle amministrazioni comunali, all'interno della missione "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia".
In questa voce viene inclusa l'amministrazione, il funzionamento e la gestione dei cimiteri, ma anche delle concessioni di loculi, delle inumazioni e delle tombe di famiglia.
Questa parte del bilancio comprende anche le risorse elargite per la pulizia, la sorveglianza, la custodia, la manutenzione di cimiteri e relative aree verdi, dove presenti.
Infine, qui sono incluse le spese per il rilascio delle autorizzazioni, il controllo delle attività cimiteriali e anche per i servizi funebri a carico dell'amministrazione, nel caso ad esempio di persone o famiglie che non riescano a sostenere economicamente i funerali di un parente deceduto.
Tra le grandi città Messina è quella che spende di più per i servizi cimiteriali
Spesa pro capite per servizi cimiteriali nelle città con più di 200.000 abitanti (2019)
I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)
Se consideriamo i comuni italiani con più di 200mila abitanti, Messina è quello che spende di più per il servizio necroscopico e cimiteriale: 37,78 euro pro capite. Seguono Venezia (29,12), Milano (18,96) e Padova (18,44).
Tra le grandi città in coda troviamo Bologna (2,93) e soprattutto Verona, che spende solo 0,10 euro pro capite.
Quanto spende il tuo comune per i servizi cimiteriali
Spesa assoluta e pro capite per servizio necroscopico e cimiteriale in tutti i comuni italiani (2019)
Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.
I dati mostrano per ogni comune italiano la spesa totale e la spesa pro capite destinata a “Servizio necroscopico e cimiteriale”. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)
Se esaminiamo tutti i comuni, invece, i primi due per spesa pro capite si trovano in Piemonte. Si tratta di Torresina e Carezzano, rispettivamente in provincia di Cuneo e Alessandria. Spendono ben 1.223,11 e 1.1134,18 euro pro capite per il servizio cimiteriale.
La media per comune in Italia è 17,02 euro pro capite. I comuni che spendono di più, in media, sono gli abruzzesi (32,92), seguiti dai molisani (27,34) e dai sardi (24,73).
Le amministrazioni comunali della Lombardia, che con la pandemia sono state quelle messe più sotto pressione a causa dell'elevato numero di vittime, spendono in media 12,49 euro pro capite, un dato inferiore rispetto a quello nazionale. Vediamo nel dettaglio la situazione nella regione più popolosa del paese.
Le risorse messe a disposizione dai comuni lombardi per i servizi cimiteriali
Spesa pro capite per servizi cimiteriali dei comuni della Lombardia (2019)
I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce di bilancio “servizi necroscopici e cimiteriali”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni segnati in grigio.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)
Pancarana, un piccolo borgo in provincia di Pavia, è il comune della Lombardia che spende di più per manutenzione e gestione dei cimiteri e dei servizi relativi: 533,63 euro pro capite. Tra le 12 province della regione, Pavia è anche quella dove le amministrazioni investono più risorse (21,15).
Tra le città capoluogo, Milano spende più degli altri per cimiteri (18,96), seguita da Bergamo (16,95), Monza (16,30) e Lodi (15,78).
In fondo alla classifica dei 12 capoluoghi di provincia figurano invece Varese (9,66), Sondrio (8,77) e Mantova (2,92).
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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.
Foto credit: Cristina Gottardi - licenza