Il fact checking al piano di ripresa e resilienza
Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un approfondimento sulle scadenze del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La Voce lo riprende e ne fa un articolo di comparazione tra quanto risulta all’esecutivo e quanto monitorato da OpenPNRR.
venerdì 15 Luglio 2022 | Potere politico
Il 30 giugno si è concluso il secondo trimestre del 2022 e il governo ha inviato una nuova richiesta di fondi per il Pnrr all’Ue. Tuttavia, non tutti gli interventi previsti risultano conseguiti come da cronoprogramma.
Ne parla La Voce, con un articolo di fact checking firmato da Marco Visentin, che riprende un nostro approfondimento sul piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Abbiamo esaminato e messo a confronto i dati sul Pnrr dell’osservatorio di Openpolis con gli open data del governo, l’allegato alla decisione del Consiglio Ue che illustra le scadenze e la Gazzetta Ufficiale. Il programma ufficiale prevede 45 scadenze per il primo semestre 2022, che il governo italiano ha suddiviso tra primo trimestre (sette) e secondo (le altre 38). Le prime sono state tutte conseguite, in alcuni casi in ritardo rispetto al 31 marzo ma sempre entro i termini del primo semestre. Per quanto riguarda le seconde, la situazione è più dubbia: ci sono cinque scadenze indicate come completate dal governo ma non riconosciute come tali da Openpolis“, si legge su La Voce.
Lo scorso 20 maggio abbiamo presentato OpenPNRR, la prima piattaforma italiana di monitoraggio indipendente sul Pnrr.