Il finanziamento della politica e il mondo delle fondazioni
L’abolizione del finanziamento pubblico diretto alla politica tra i suoi effetti ha anche contribuito a rendere meno trasparente il sistema. Se da un lato infatti lo stato spende meno, dall’altro l’attuale sistema è talmente complesso da renderne il monitoraggio molto più complicato.
mercoledì 24 Luglio 2019 | Potere politico
La Notizia ha ripreso in un articolo dati e analisi del nostro approfondimento “Soldi alla politica, la sfida della trasparenza” in cui abbiamo ripreso alcuni temi che monitoriamo da anni, come il finanziamento del sistema politico e la crescente importanza nel sistema di nuovi soggetti, come i think tank e le fondazioni politiche.
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Con la riforma del 2013 sotto il governo Letta in Italia è stato progressivamente eliminato il finanziamento pubblico diretto ai partiti. Questo consisteva principalmente nei cosiddetti rimborsi elettorali, che sono stati definitivamente aboliti nel 2017. Questa transizione, durata dal 2013 al 2017, ha fatto sì che le entrate dei partiti più che dimezzassero nel giro di pochi anni.
Il vuoto generato dalla crisi economica dei partiti ha fatto sì che la condivisione di idee sulla “cosa pubblica”, tratto caratteristico proprio dei partiti, necessitasse di una nuova “casa”. Per rispondere a questa esigenza negli anni abbiamo testimoniato la crescita di think tank, fondazioni e associazioni politiche. Queste strutture sono diventate delle realtà parallele ai partiti, sfruttate dagli stessi per portare avanti una serie di attività: dalla raccolta fondi, alla formazione politica, passando per l’organizzazione di correnti.