Il rapporto tra fondazioni e partiti politici
Con l’approvazione dello spazzacorroti, poi modificato dal decreto crescita, il parlamento ha equiparato fondazioni, associazioni e comitati politici ai partiti.
sabato 30 Novembre 2019 | Potere politico
Nella risposta alla lettera di un lettore sul tema del rapporto tra fondazioni politiche e partiti Il Fatto Quotidiano ha citato un pezzo di un nostro approfondimento sul tema: “Le nuove regole sulle fondazioni politiche sono poco chiare“.
Con l’approvazione dello spazzacorroti, poi modificato dal decreto crescita, il parlamento ha equiparato fondazioni, associazioni e comitati politici ai partiti. Un notevole cambio nello scenario italiano, soprattutto per i vari obblighi di trasparenza che ora ricadono su queste strutture.
Come spieghiamo in nel nostro ultimo articolo però il problema è che per la legge rientrano nel novero delle organizzazioni da monitorare tutte quelle strutture i cui organi direttivi sono composti per 1/3 da persone che hanno avuto incarichi politici negli ultimi 6 anni nel parlamento europeo e nazionale, nel governo, nelle regioni e nei comuni con più di 15.000 abitanti. Stiamo parlando di 53.904 persone, un numero talmente elevato che rende la fattibilità stessa dell’operazione un’illusione. Di fronte a questi numeri gli allarmi lanciati dalla commissione di garanzia sul non avere i mezzi per svolgere il proprio mandato sembrano legittimi.