Il salario minimo in Italia e in Europa
Alla fine dello scorso anno il parlamento europeo ha votato a favore della direttiva sul salario minimo, che però non ne prevede l’imposizione per legge negli stati membri. Ad oggi, l’Italia è uno dei pochi paesi sprovvisti di questa misura, nonostante l’elevato numero di lavoratori in condizioni di povertà.
mercoledì 18 Maggio 2022 | Europa
La Stampa pubblica un dossier dal titolo “Lavoro, Spagna da imitare?“, nel quale si racconta delle riforme del governo spagnolo in tema di lavoro e precarietà occupazionale.
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Nell’articolo trova spazio anche un richiamo alla questione del salario minimo, presente già in diversi paesi europei, e oggetto di un nostro approfondimento dello scorso novembre.
Il salario minimo è considerato un importante strumento di lotta contro la povertà e contro le disuguaglianze economiche, in grado inoltre, secondo l’Ue, di favorire una giusta competizione e una ripresa economica dalla crisi pandemica.
La sua entità, negli stati in cui esiste, è piuttosto variabile. Il range va dai 332 euro al mese in Bulgaria ai 2.202 in Lussemburgo.
Ad registrare gli importi più bassi sono i paesi baltici e quelli dell’Europa orientale e centrale, seguiti dagli stati dell’Europa meridionale. Mentre gli importi più alti, coerentemente con gli standard per i salari in generale e con il costo della vita, risultano quelli delle nazioni dell’Europa settentrionale e occidentale.