Sale a 175 il numero dei comuni attualmente sciolti Comuni commissariati
Sciolto per mafia Barrafranca (Enna) e insediata una nuova commissione di accesso a Bolognetta (Palermo). I motivi politici restano la causa prevalente dei nuovi commissariamenti. Un focus sulle recenti sentenze dei giudici e sugli atti di sindacato ispettivo.
mercoledì 21 Aprile 2021 | Italie a confronto, Potere politico
Prosegue il monitoraggio dell’osservatorio sui comuni commissariati. Un focus sugli scioglimenti degli enti locali e le loro cause, dai conflitti politici nella maggioranza, all’incapacità di approvare il bilancio, fino al caso più patologico: l’infiltrazione della criminalità organizzata. In collaborazione con Giulio Marotta.
Cos’è successo nell’ultimo mese
Il consiglio dei ministri del 15 aprile 2021 ha deliberato il commissariamento per infiltrazioni mafiose del comune di Barrafranca (Enna), già sciolto ad agosto 2020 in seguito alle dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Si tratta del quarto commissariamento per mafia del 2021.
Gli altri scioglimenti deliberati nell’ultimo mese, in base al testo unico degli enti locali e alla normativa delle regioni a statuto speciale, hanno riguardato 21 comuni e un’unione di comuni.
Come e perché si arriva allo scioglimento di un comune in Italia
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La causa principale degli scioglimenti restano i conflitti politici nelle amministrazioni locali.
Tali scioglimenti sono stati causati prevalentemente da ragioni politiche, in linea con la tendenza rilevata l’anno passato. Le dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri si sono verificate a Calatabiano, nella città metropolitana di Catania. In questo ente è stata istituita a dicembre 2020 una commissione d’accesso per la verifica di eventuali infiltrazioni criminali. Dimissioni dei consiglieri sono avvenute anche a Frascati (Roma), Panni (Foggia), Scurcola Marsicana e Villalago (L’Aquila), Albano Sant’Alessandro (Bergamo), Serramanna (Sud Sardegna), Lizzanello (Lecce), Sezze (Latina), Arce (Frosinone), Bernalda (Matera) e Brusciano (Napoli). Su quest’ultimo sono state presentate in parlamento richieste di chiarimenti sulla situazione dell’ordine pubblico (vedi oltre nel paragrafo dedicato alle interrogazioni). A Camposano (Napoli) si è verificata l’impossibilità di surroga dei consiglieri dimessi. Dimissionari i sindaci di San Germano Vercellese (Vercelli), Fiesso Umbertiano (Rovigo), Brentonico (Trento), mentre quelli di Rosolini (Siracusa) e Spoleto (Perugia) sono stati sfiduciati.
Il comune di Pizzone (Isernia) e l’unione di comuni Terre dell’Acqua (Bologna) sono stati sciolti per la mancata adozione delle misure di riequilibrio del bilancio. Si è infine verificato il decesso del sindaco di Carmignano di Brenta (Padova) e di Amatrice (Rieti), dove consiglio e giunta rimangono in carica fino al prossimo turno elettorale.
Comuni commissariati, cosa è successo nel 2020
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Gli enti locali attualmente sciolti
Salgono così a 175 i comuni attualmente sciolti. A questi si aggiungono le unioni dei comuni Valle del Giovenzano e Terre dell’acqua, le aziende sanitarie calabresi commissariate per infiltrazioni mafiose oppure ai sensi della legge 60 del 2019 e della legge 181 del 2020, oltre alle altre aziende sanitarie commissariate a vario titolo in diverse regioni italiane.
La mappa include i comuni sciolti dal governo nazionale e quelli deliberati dalle regioni a statuto speciale sulla base dei rispettivi ordinamenti (in giallo quelli commissariati a seguito dell’esito negativo delle ultime elezioni amministrative).
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)
La quota di comuni sciolti per mafia non è omogenea sul territorio nazionale.
Dei 175 comuni sciolti, 40 (ovvero quasi il 23%) sono stati commissariati per infiltrazioni criminali. Con un impatto che varia molto all'interno del paese: in Calabria più del 50% dei comuni sciolti, cioè 15 su 28, è stato commissariato per mafia. In Sicilia e Puglia la quota si colloca attorno al 40% (13 su 31 nella prima, 6 su 14 nella seconda). In Campania sono 4 su 19, cioè circa il 20%. In Basilicata ci sono 4 scioglimenti in corso, di cui uno per mafia, mentre in Valle d'Aosta sono 2 gli scioglimenti in corso, di cui uno - Saint-Pierre - sciolto per infiltrazioni oltre un anno fa.
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In media il 22,9% degli scioglimenti in corso è per infiltrazioni criminali
Numero e tipo di scioglimenti di comuni in corso per regione
Nella categoria altro sono compresi tutti gli scioglimenti diversi dal caso di infiltrazioni criminali (motivi politici, bilancio, elezioni non valide ecc.). Ai fini dell’elaborazione non sono considerati i provvedimenti emanati in base a norme specifiche per la sanità calabrese (leggi 60/2019 e 181/2020)
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)
L’impatto del rinvio del turno elettorale sugli scioglimenti
Con il decreto legge 25 del 2021, attualmente all’esame della Camera, sono state rinviate in autunno (15 settembre - 15 ottobre) le elezioni previste per la primavera 2021. Come conseguenza, sono state prorogate le amministrazioni in carica, sia quelle elettive, sia quelle a gestione commissariale. Per questo motivo il numero degli scioglimenti in corso, esattamente come avvenuto nel 2020, è destinato ad aumentare fino all'autunno.
Il rinvio delle elezioni locali è destinato a far crescere il numero di comuni sciolti
Numero di comuni che si trovavano in scioglimento o commissariati al primo di ogni mese
Il dato mostra gli scioglimenti in corso rilevati al primo di ogni mese, e nel conteggio sono inclusi quindi anche quelli relativi ad anni precedenti e non ancora terminati. Non va letto come numero di scioglimenti deliberati in una certa data. Per il mese in corso è presentato anche il dato più recente rilevato.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Luglio 2021)
All’inizio del 2020 i comuni sciolti erano meno di 160. A causa dell'emergenza Covid e del conseguente rinvio del turno elettorale della primavera 2020, il loro numero complessivo è progressivamente aumentato durante l’anno, fino a 273 scioglimenti anticipati rilevati a settembre. Una crescita che si è interrotta con i turni elettorali di settembre e ottobre 2020, per poi riprendere in maniera significativa nei mesi successivi.
Anche nel 2021 la curva è quindi destinata a crescere fino all'autunno quando, tra settembre e ottobre, andranno al voto più di 1.310 comuni. Un dato ancora provvisorio, perché si aggiungeranno quelli sciolti entro il termine ultimo del 27 luglio prossimo.
Gli ultimi commissariamenti per infiltrazioni mafiose
Con il commissariamento di Barrafranca salgono a 355 gli enti locali commissariati per infiltrazioni mafiose dal 1991 ad oggi. Un fenomeno che come si vede incide soprattutto nelle maggiori regioni del mezzogiorno. In Calabria e Campania sono stati oltre 100 i commissariamenti per mafia da quando esiste la normativa.
Salgono a 355 i commissariamenti per mafia dal ’91 ad aprile 2021
Numero di commissariamenti per infiltrazioni criminali dal 1991 a oggi
Sono stati considerati tutti i commissariamenti per infiltrazioni criminali per tutti gli enti dal 1991. Non sono considerate le proroghe.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)
Con lo scioglimento del comune di Barrafranca, salgono a 86 i comuni commissariati per infiltrazioni in Sicilia dal 1991. Si tratta del primo comune sciolto per questo motivo in provincia di Enna. Sull'isola, finora i casi più frequenti si sono registrati invece nelle città metropolitane di Palermo (36) e Catania (13). Seguite dalle province di Agrigento (9), Trapani e Caltanissetta (8), Messina (6), Ragusa (3), Siracusa (2).
Ad aprile 2021 commissariato Barrafranca (Enna)
I comuni siciliani sciolti per infiltrazioni criminali dal 1991 a oggi
Ogni punto sulla mappa rappresenta un comune. Il colore identifica il numero di scioglimenti per infiltrazioni criminali dal 1991. In verde quelli sciolti 1 volta, in giallo quelli sciolti 2 volte, in rosso quelli sciolti 3 volte. Si può cliccare sul punto per conoscere alcuni dati identificativi di quel comune.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)
Oltre al commissariamento del comune ennese, tra marzo e aprile il governo ha deliberato la proroga di sei mesi del periodo di gestione straordinaria dei comuni di Carmiano (Lecce), Africo (Reggio Calabria), San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria) e Mezzojuso (Palermo).
40 i comuni attualmente gestiti da una commissione straordinaria
Gli scioglimenti per infiltrazioni, aggiornati in tempo reale
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A conferma di una forte caratterizzazione territoriale del fenomeno, tutti gli enti locali sottoposti a una gestione straordinaria sono situati nelle regioni meridionali, con l’eccezione di Saint Pierre (Aosta). Nelle prossime elezioni amministrative dell’autunno 2021 si svolgeranno le elezioni dei nuovi organi rappresentativi in 19 comuni commissariati per infiltrazioni della criminalità organizzata.
Le procedure d’accesso in corso
Il 30 marzo scorso è stata istituita una commissione di accesso presso il comune di Bolognetta (Palermo).
Tutte le nuove commissioni di accesso sono insediate in comuni del mezzogiorno.
Sono quindi 10 le procedure di accesso tuttora in corso rese note da fonti ufficiali, alcune delle quali avviate nel 2019 o nei primi mesi del 2020.
Oltre a Bolognetta, riguardano i comuni di Melfi (Potenza), Paterno Calabro (Cosenza), San Giuseppe Jato (Palermo), quest'ultimo sciolto per dimissioni del sindaco, della giunta e della maggioranza dei consiglieri. E poi i comuni di Marano di Napoli (già commissariato tre volte in passato per infiltrazioni della camorra), Villaricca (Napoli; già sciolto nel 1994 per infiltrazioni della camorra), Calatabiano (Catania), Rosarno (Reggio Calabria), Foggia e Ostuni (Brindisi).
Cosa ha portato ai recenti commissariamenti per mafia
Nei precedenti approfondimenti abbiamo dato notizia del commissariamento per infiltrazioni mafiose dei comuni di Guardavalle (Catanzaro) e Carovigno (Brindisi) e della proroga della gestione straordinaria del comune di Orta di Atella (Caserta).
Le relazioni allegate ai decreti presidenziali segnalano i motivi alla base delle decisioni del governo (su parere conforme del comitato provinciale per l’ordine pubblico). Questi documenti inoltre riportano il lavoro avviato dai commissari per il ripristino della legalità, le iniziative assunte e i fattori che hanno portato alla proroga del commissariamento.
3 nuove relazioni prefettizie pubblicate.
Le relazioni su Guardavalle fondano i presupposti del commissariamento sui risultati delle numerose indagini giudiziarie sulla criminalità organizzata calabrese che hanno riguardato anche il territorio di Catanzaro e sull’esito degli accertamenti svolti dalla commissione di accesso. Viene evidenziata la forte capacità di controllo del territorio esercitato a Guardavalle dai clan locali, in grado di condizionare le scelte dell’amministrazione, con particolare riferimento all’affidamento di lavori e forniture (grazie all’elusione delle norme del codice degli appalti e del codice antimafia) e alle concessioni per lo sfruttamento forestale dei terreni comunali e per l'uso del demanio marittimo per stabilimenti balneari.
(...) un'Amministrazione comunale vulnerabile alle interferenze della criminalità organizzata, con un apparato politico che si mostra condizionato, in forme talora eclatanti talaltre più subdole e sofisticate ma comunque rilevate in ogni ambito in cui l'azione degli Organi locali interseca le proiezioni affaristiche della criminalità organizzata. (...) non v'è settore che non sia offuscato dai tentativi delle locali consorterie di trarne indebite utilità o consolidamento delle manifestazioni di forza.
Nel caso di Carovigno (già sciolto a gennaio 2021 per dimissioni dei consiglieri) vengono poste in evidenza le possibili relazioni, sin dalla fase elettorale, tra esponenti della Sacra corona unita e alcuni amministratori, quali emergono dall’operazione di polizia ‘Reset’, cui si sommano episodi di gravi intimidazioni ai danni di rappresentanti dell’opposizione, dipendenti amministrativi e aziende locali. Oltre a questo, sarebbero stati favoriti gli interessi della cosca, in particolare rispetto allo sfruttamento delle attività turistiche del territorio. Viene infine sottolineata la sistematica violazione della normativa antimafia, ciò che ha favorito le attività di soggetti legati ai clan locali.
(...) si è concretizzato in un ‘pactum sceleris’ tra amministratori ed esponenti della criminalità organizzata, che pone in luce la necessità di procedere (…) attraverso lo strumento dissolutorio di cui all’art. 143 del Tuel
Le relazioni sui commissariamenti in corso offrono un quadro dell'attività delle gestioni commissariali insediate.
La relazione del prefetto su Orta di Atella dà conto degli interventi intrapresi dalla commissione straordinaria per il pieno ripristino della legalità nel territorio comunale. In particolare con l'approvazione di nuovi regolamenti, la riorganizzazione del personale, il rispetto del codice degli appalti e della normativa antimafia (oltre alla verifica della regolarità anche degli appalti e concessioni in corso).
La prosecuzione della gestione commissariale straordinaria viene giustificata soprattutto con la necessità di proseguire l’azione di risanamento del bilancio e concludere il processo di approvazione del nuovo piano urbanistico, che deve affrontare il complesso problema del cosiddetto “sacco di Orta” (2.500 unità immobiliari prive di titolo edilizio e 1.500 immobili sottoposti a sequestro).
I decreti relativi ai commissariamenti per mafia dal 1991 a oggi
Cerca quali enti sono stati coinvolti nelle procedure di verifica per infiltrazioni mafiose
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Luglio 2021)
L’esito degli ultimi ricorsi sui commissariamenti
Il consiglio di stato ha definitivamente confermato la legittimità del decreto di commissariamento del 2019 del comune di San Cataldo (Caltanissetta). I giudici amministrativi forniscono un quadro delle irregolarità rilevate in diverse aree di attività dell’ente locale (affidamento degli appalti, abusivismo, gestione tributi, beni confiscati alle mafie etc.), oltre alle responsabilità dell’organo politico, anche per quanto riguarda il mancato controllo del personale risultato colluso con le organizzazioni criminali.
(...) l’amministrazione in carica nulla abbia fatto in concreto per rimuovere l’inefficienza, ovvero si sia macchiata di comportamenti meramente omissivi, connotati da tolleranza o tiepidezza, o di condotte di dissociazione meramente nominale o dichiarata, trattandosi in ogni caso di modalità funzionali ad una perpetuazione della situazione di disfunzione e di illegalità preesistente (...)
Il Tar Lazio ha respinto il ricorso contro il decreto di commissariamento del 2019 del comune di Arzano (Napoli), presentato dagli ex sindaco, assessori e consiglieri comunali. Dopo aver acquisito il testo integrale della relazione predisposta dalla commissione d’accesso e aver esaminato le contestazioni avanzate dalla difesa degli ex amministratori sulla ricostruzione dei fatti da parte della prefettura, i giudici amministrativi ribadiscono la piena legittimità del provvedimento del governo. Viene sottolineata in particolare la continuità che ha caratterizzato nel tempo l’amministrazione comunale, in un ente già sciolto nel 2008 e 2015 per infiltrazioni della camorra. Vengono indicati collegamenti emersi tra esponenti della criminalità organizzata e amministratori e dipendenti (compresa la fase elettorale), i ripetuti episodi di intimidazione (anche a danno di giornalisti) e le irregolarità registrate nella gestione ordinaria, con particolare riferimento alle concessioni urbanistiche e alle pratiche edilizie.
(...) Le circostanze riportate non lasciano dubbi in ordine alla sussistenza di elementi concreti e univoci dell’esistenza di collegamenti diretti e indiretti della disciolta amministrazione con la criminalità organizzata di stampo mafioso e di ingerenze di quest’ultima sull’attività dell’amministrazione comunale per perseguire i propri interessi.
Confermata anche la legittimità del decreto di commissariamento del 2019 di Orta di Atella (Caserta). Il Tar Lazio evidenzia il perdurare dei legami tra amministratori e soggetti contigui alla criminalità organizzata locale (il precedente sindaco è stato condannato dalla Cassazione in quanto associato al clan dei Casalesi) e la continuità nelle scelte dell’amministrazione comunale, con particolare riferimento alla mancata revoca del piano urbanistico comunale, successivamente annullato dalla commissione straordinaria, che ha determinato negli anni una cementificazione illegale del territorio (vedi anche paragrafo precedente).
Il consiglio di stato ha invece accolto il ricorso contro il decreto di scioglimento anticipato del luglio 2020, in base all’art. 141 del Tuel, del comune di Pietrapaola (Cosenza). La sentenza riafferma l’obbligo da parte del consiglio comunale di procedere alla surroga dei consiglieri dimissionari, anche in seconda convocazione (e quindi con il quorum ridotto previsto per la validità delle deliberazioni), non essendo legittime pratiche dilatorie ed ostruzionistiche che paralizzino il regolare svolgimento della vita democratica dell’ente locale.
il Tar di Catania ha accolto il ricorso contro il decreto di scioglimento anticipato del novembre 2020, da parte del presidente della regione Sicilia, del comune di Catenanuova (Enna), contestando i criteri adottati per determinare la validità delle sedute del consiglio comunale rispetto al numero di consiglieri dimissionari.
La Corte costituzionale si è espressa sulla legge Severino.
La consulta ha giudicato non fondate le questioni di legittimità costituzionale del decreto legislativo n. 235 del 2012 (cd. legge Severino). Queste erano state avanzate da un consigliere della regione Liguria, sospeso dal suo incarico nel luglio 2019 in seguito alla condanna in primo grado per i reati di peculato e di falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici. La corte ribadisce la legittimità della normativa, anche nei riguardi dei principi comunitari, sottolineando che la sospensione dalla carica, destinata a cessare immediatamente con il proscioglimento o l’assoluzione, e comunque limitata ad un massimo di 18 mesi, è volta a garantire il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Essa trova infatti applicazione solo in caso di reati strettamente legati alle funzioni esercitate, perché di particolare gravità ovvero commessi contro la pubblica amministrazione.
La misura non assolve invero a funzioni sanzionatorie o di cautela penale, ma è semplicemente diretta a garantire l’oggettiva onorabilità di chi riveste la carica pubblica (...)
Le relazioni allegate ai decreti di scioglimento sono atti “riservati”?
Su richiesta del ministero dell’interno, volta a superare le diverse interpretazioni in ordine alla possibilità di accedere alle parti delle relazioni prefettizie coperte da segreto, il consiglio di stato ha espresso un parere sull’utilizzo dei diversi istituti dell’accesso nel caso di informazioni classificate come “riservate”. Il giudice amministrativo ritiene necessario che il consiglio dei ministri, con la delibera di scioglimento dell’ente locale, decida contestualmente se mantenere o meno il segreto su alcune parti delle relazioni prefettizie (la legge n. 124 del 2007 prevede infatti la possibilità di “declassificare”, a distanza di tempo, un atto classificato come “riservato”).
L’accesso è sempre precluso in caso di segreto di stato, mentre nelle altre tipologie di documenti “riservati” (segretissimo, segreto, riservatissimo, riservato) il giudice potrà disporre la sola visione alle parti del procedimento (senza comunque consentirne la riproduzione). Questo limitatamente al caso di “accesso difensivo”, quando cioè sia dimostrata la necessità di conoscere i contenuti di quel specifico documento ai fini della tutela di un proprio interesse giuridico.
Attraverso ricorsi e sentenze, nel corso degli anni la giurisprudenza, in particolare quella amministrativa, ha chiarito molti ambiti di incertezza nella normativa sui commissariamenti per mafia e stabilito anche modalità di applicazione concreta. Per tenere traccia di questo lavoro, abbiamo raccolto un'analisi delle sentenze e delle decisioni di Tar e consiglio di stato che hanno permesso di capire concretamente cosa significa infiltrazione criminale negli enti locali.
Interrogazioni ed interpellanze parlamentari sui comuni sciolti
Dall'analisi degli atti di sindacato ispettivo rivolti dai parlamentari al governo possono emergere ulteriori informazioni su commissariamenti e scioglimenti.
Per restare aggiornato sulle interrogazioni sul tema
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4 risposte del governo agli atti di sindacato ispettivo sugli enti locali.
Il ministro dell'interno ha risposto a un'interrogazione sulla possibilità di infiltrazioni della camorra a Castellammare di Stabia (Napoli), comune oggetto anche di altre recenti interrogazioni. Ha reso noto che a breve sarà deciso se istituire una commissione di accesso sia per Castellammare di Stabia che per Torre del Greco (seduta del senato dello scorso 15 aprile). Rispetto alle segnalazioni di irregolarità sulle ultime elezioni amministrative di Reggio Calabria il sottosegretario per l’interno ha dato conto alla camera degli accertamenti, tuttora in corso, effettuati da magistratura e prefettura e dei provvedimenti limitativi della libertà nei confronti, tra gli altri, di un consigliere e di un dipendente comunale. Sullo stesso tema sono state presentate altre due interrogazioni, il 24 e il 26 marzo scorso.
Il governo ha risposto in commissione a un’interrogazione sul comune di Casteldaccia (Palermo), elencando i provvedimenti di sospensione del sindaco e di altri amministratori coinvolti in inchieste della magistratura. È stata infine data risposta a un’interrogazione riguardante il comune di Castelvetrano (Trapani, sciolto per mafia nel 2017). Rispetto a questo caso sono stati forniti chiarimenti sugli accertamenti svolti negli anni scorsi dal ministero dell’economia sulle irregolarità nella gestione del personale.
13 nuovi atti di sindacato ispettivo sugli enti locali.
Numerosi atti di sindacato ispettivo riguardano possibili condizionamenti della criminalità organizzata sugli enti locali.
In particolare, viene chiesta l’istituzione di un commissione di accesso presso i comuni di Catania, Castel Volturno (Caserta), Pulsano (Taranto) e Torre del Greco (Napoli). Per quest’ultimo ente l’avvio della procedura di accesso era stato già sollecitato in passato. Richiesta analoga è stata rivolta al governo rispetto al comune di Brusciano (Napoli), recentemente sciolto per dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Negli atti presentati il 16 marzo scorso alla camera e al senato vengono citati numerosi atti di intimidazione, attività illegali e ipotesi di compravendita di voti. Il caso di Brusciano è stato al centro dell’audizione della commissione antimafia del 25 marzo. La stessa commissione ha approfondito anche la situazione del consiglio comunale di Petilia Policastro (Crotone), dove un’inchiesta della Dda di Catanzaro ha determinato la sospensione di due consiglieri comunali; la seduta del 24 marzo scorso è stata secretata. Altre interrogazioni riguardano il condizionamento della criminalità organizzata nel territorio del comune di Terracina (Latina), le procedure di assunzione presso il comune di Guidonia e la regione Lazio e le modalità di redazione del piano aziendale da parte del commissario straordinario dell'Asp di Crotone.
Le interrogazioni sui comuni e gli enti locali sciolti dal 2008 ad oggi
Scopri su quali enti locali è stata presentata un'interrogazione
I dati mostrano le interrogazioni e interpellanze svolte nelle ultime 3 legislature (XVI, XVII e XVIII) sul tema dei commissariamenti.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Luglio 2021)
Questo articolo è parte dell’osservatorio sui comuni e gli altri enti sciolti e commissariati, curato da openpolis in collaborazione con Giulio Marotta.
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