Stereotipi e divari di genere negli apprendimenti delle scienze

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento “Come gli stereotipi di genere incidono sugli apprendimenti“.

15,2%

le laureate in informatica e tecnologie Ict nel 2021. Un dato che colpisce se si pensa che il 59,4% dei laureati nel 2021 sono state donne. Le ragazze sono sottorappresentate nei percorsi di studi scientifici. Ciò ha conseguenze importanti anche sui divari di genere successivi, nell’occupazione e nei redditi, dal momento che si tratta dei percorsi professionali che offrono più opportunità nel mondo di oggi. Vai all’articolo.

2 volte

la quota di 15enni maschi che prevedono di diventare scienziato o ingegnere rispetto alle coetanee top performers in matematica. Le ragazze con ottimi risultati in matematica e scienze hanno minori aspettative professionali in questi campi. Ciò è l’esito soprattutto di stereotipi di genere. Nelle rilevazioni Ocse-Pisa è emerso come i genitori siano più propensi a pensare che i figli maschi, piuttosto che le figlie, lavoreranno in un campo scientifico, tecnologico, ingegneristico o della matematica. Anche a parità di risultati nelle materie Stem. Un gap che poi influisce sugli apprendimenti e sul percorso di studio delle ragazze. Vai al grafico.

13

punti di divario tra i risultati in matematica di bambine e bambini in V elementare, nelle prove Invalsi 2021/22. Molto più di quelli rilevati in seconda elementare (dove non si sono registrate differenze statisticamente significative). Un dato che segnala quanto sia necessario lavorare fin dai primi gradi di istruzione per abbattere gap e stereotipi consolidati, spesso interiorizzati anche inconsciamente. Vai al grafico.

26 su 39

paesi in cui non vi sono differenze di genere in terza media nelle competenze in matematica. Il confronto internazionale offre diverse evidenze di come l’esistenza di un divario di genere non vada affatto data per scontata. Le rilevazioni Iea-Timss sono finalizzate proprio a monitorare i livelli di apprendimento in matematica e scienze comparando un gruppo di paesi diversi, tra cui l’Italia, in due gradi di scolarità: il quarto (la quarta elementare in Italia) e l’ottavo (la nostra terza media). In quelle tenute nel 2019, è emerso come al grado 8 nella maggior parte dei paesi non vi siano differenze statisticamente significative tra maschi e femmine nei risultati in matematica. In altri 7 stati la differenza è a vantaggio delle alunne, mentre in 6 degli alunni. Tra questi l’Italia, che con 12 punti di differenza è uno dei paesi a più ampio gap. Vai all’articolo.

34,6%

delle studentesse della ripartizione sud e isole si attestano sul livello di competenza più basso in matematica. Oltre il doppio del nord-est dove sono il 15,1% del totale. Questa frattura negli apprendimenti emerge anche a livello locale, osservando i dati delle città maggiori. Sono tutti settentrionali i capoluoghi dove le studentesse in II superiore raggiungono i punteggi migliori: Trento, Treviso, Bergamo, Sondrio, Monza, Vicenza e Pordenone. Tra i risultati più distanti dalla media nazionale invece si segnalano, con meno di 150 punti in media nei test numerici, città sarde come Sanluri e Carbonia. Seguite, sempre con meno di 170 punti, da Oristano, Tempio Pausania, Cosenza, Siracusa e Cagliari. Sono 52 su 117 le città dove sia studenti che studentesse superano la media nazionale nei test numerici Invalsi (2017). Nella maggior parte dei casi si tratta di capoluoghi dell’Italia settentrionale: ben 39 su 52 si trovano nel nord e 11 nel centro. Vai alla mappa.

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