Torna a ridursi il contributo italiano alla cooperazione allo sviluppo Cooperazione

Quanto emerge dai dati preliminari Ocse è che nel 2023 il contributo italiano alla cooperazione allo sviluppo si è ridotto. Il rapporto Aps/Rnl è sceso allo 0,27% e l’aiuto genuino è diminuito del 17%. Mentre la spesa per rifugiati continua ad aumentare.

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I dati preliminari Ocse relativi al 2023 restituiscono un’immagine poco promettente del contributo italiano alla cooperazione allo sviluppo. Dopo due anni di relativo miglioramento, l’andamento dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) del nostro paese ha subito un notevole calo: -15,5%. Una vera e propria inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti.

Il rapporto con il reddito nazionale lordo (Rnl) si è ridotto, scendendo sotto lo 0,30% e segnando quindi un ulteriore allontanamento dall’obiettivo fissato in sede internazionale di raggiungere un rapporto Aps/Rnl pari allo 0,70% entro il 2030, nonostante nel nuovo Def tale obiettivo sia stato riaffermato. Anche in termini assoluti si è verificato un calo, ancora più marcato se consideriamo esclusivamente la componente genuina dell’aiuto. Infatti, la spesa per rifugiati nel paese donatore (la principale voce dell’aiuto cosiddetto gonfiato) è aumentata del 5,8% circa, mentre l’aiuto bilaterale al netto di tale voce, la parte più importante della cooperazione italiana, è diminuito del 45%.

Nel 2023 l’Aps italiano fa un passo indietro

Nei paesi del comitato Dac l’aiuto pubblico allo sviluppo è complessivamente aumentato nel 2023 rispetto all’anno precedente, secondo i dati preliminari Ocse, raggiungendo i 223,7 miliardi di dollari a prezzi correnti. A prezzi costanti sono 214,4 miliardi, circa 4 miliardi in più rispetto all’anno precedente, con un aumento contenuto, pari all’1,8%.

È rimasto tuttavia stabile il rapporto tra Aps e Rnl, fermo allo 0,37% – una percentuale che dovrà quasi raddoppiare in pochi anni per raggiungere l’obiettivo, stabilito dall’agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite, dello 0,70% entro il 2030. Si è trattato quindi di una crescita sostanzialmente nominale, che non ha influito sull’impegno relativo dei paesi donatori.

Tuttavia non si può dire lo stesso per l’Italia, dove l’aiuto pubblico allo sviluppo è addirittura diminuito, sia in termini assoluti che in rapporto al reddito nazionale lordo. Dopo aver superato i 6 miliardi di euro (a prezzi correnti) nel 2022, le risorse italiane sono infatti tornate a 5,56 miliardi. Anche il temporaneo incremento del rapporto Aps/Rnl, che aveva raggiunto lo 0,29% nel 2021 e che per la prima volta nel 2022 si era attestato al di sopra dello 0,30%, è tornato a calare.

0,27% il rapporto Aps/Rnl italiano nel 2023, secondo i dati preliminari Ocse.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(pubblicati: giovedì 11 Aprile 2024)

Il rapporto Aps/Rnl italiano ha avuto un andamento altalenante negli ultimi anni, con due forti oscillazioni, una tra 2016 e 2017, quando ha raggiunto lo 0,30%, e una tra 2021 e 2022 quando lo ha superato, attestandosi allo 0,33%. Nel primo caso, all’aumento è seguita una fase di calo che ha riportato il rapporto allo 0,22% nel 2019 e 2020. Il rischio quindi è che anche questa volta le risorse continuino a calare, come d’altronde sembra indicare l’ultima legge di bilancio, almeno a partire dal 2025. Anche in termini assoluti, l’Ocse ha evidenziato un calo significativo delle risorse italiane per la cooperazione internazionale. Un calo che non può essere imputato soltanto al governo attuale, ma anche ai precedenti. 

-15,5% l’Aps italiano tra 2022 e 2023.

Una porzione non indifferente è, anche quest’anno, costituita dagli aiuti per l’Ucraina, che secondo i dati preliminari si attestano a 266,5 milioni di dollari, una cifra che però già segna un calo rispetto all’anno precedente, quando superava i 360 milioni.

Cala l’Aps, ma l’aiuto gonfiato continua ad aumentare

Se consideriamo soltanto l’aiuto cosiddetto genuino, vediamo che il passaggio tra 2022 e 2023 è stato ancora più problematico.

Con aiuto genuino si fa riferimento a tutte le risorse che arrivano nel paese beneficiario dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Mentre l’aiuto gonfiato rappresenta quella parte dell’Aps che viene rendicontata come tale ma che non comporta un effettivo spostamento di risorse dal paese donatore, o che non viene alla fine investita in progetti di sviluppo. Rientrano in quest’ultima voce la spesa per i rifugiati nel paese donatore, le borse di studio e i costi per gli studenti e l’aiuto cosiddetto legato.

Tuttavia, in Italia, è la spesa per rifugiati nel paese donatore a rappresentare la quota principale dell’aiuto gonfiato – oltre un quarto del totale del 2023. Parliamo di tutte le spese legate all’accoglienza dei rifugiati prima dell’esito della loro domanda di asilo. Sono spese fondamentali e il loro incremento va compreso anche alla luce del fatto che negli ultimi anni è aumentato il numero di migranti accolti in Italia. Tuttavia molte organizzazioni tra cui Concord Europe contestano l’inserimento di questa voce nella contabilità relativa alla cooperazione allo sviluppo. Infatti, queste risorse non oltrepassano mai i confini del paese donatore, rimanendo nei circuiti economici nazionali.

In Italia nel 2023 non soltanto è diminuito l’Aps complessivo, in termini assoluti e in rapporto al reddito nazionale lordo, ma al suo interno è diminuito in modo molto più marcato l’aiuto genuino. Mentre l’aiuto gonfiato (qui identificato con la sua principale componente, la spesa per rifugiati nel paese donatore) è aumentato.

-17% l’Aps italiano al netto della spesa per rifugiati, tra 2022 e 2023.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(pubblicati: giovedì 11 Aprile 2024)

Tra 2022 e 2023 si è verificato un lieve calo del canale multilaterale (-1,3%) e un forte calo di quello bilaterale, soprattutto se considerato al netto della spesa per rifugiati e quindi esclusivamente nella sua componente genuina. La riduzione di quello che è il cuore della cooperazione italiana, ovvero il bilaterale al netto della spesa considerata gonfiata, ha superato il 40%.

-45,5% l’aiuto bilaterale genuino tra 2022 e 2023.

Per contro, la componente gonfiata è aumentata significativamente, sfiorando 1,49 miliardi di euro a prezzi correnti. La spesa per rifugiati costituisce una quota molto significativa dell’Aps totale, come accennato, il 26,8% – l’Italia è il principale donatore a riportare una cifra così elevata. Rispetto al 2022, inoltre, nel 2023 si è verificato un aumento pari quasi al 6%. Nel 2023 assistiamo quindi a un calo delle risorse per la cooperazione ancora più profondo di quello che si profila a una prima lettura.

L’articolo è stato redatto grazie al progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda!”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.

Foto: Aics

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