Trasparenza e accountability nel mondo della cooperazione Cooperazione
I dati di Open Cooperazione ci offrono un quadro per capire il mondo della cooperazione e delle organizzazioni non governative che lo popolano. Bilanci, risorse umane e molte altre informazioni che rappresentano un fondamentale strumento di trasparenza.
venerdì 19 Febbraio 2021 | Cooperazione
Come ogni anno a inizio febbraio il portale Open Cooperazione ha presentato i dati sui bilanci, le risorse umane, le certificazioni, i paesi e i settori di intervento, messi a disposizione dalle Ong aderenti.
Tutte le maggiori Ong del panorama italiano della cooperazione internazionale aderiscono al progetto. I dati elaborati quindi, se pur non del tutto completi, rappresentano in modo ampio e significativo il trend seguito da questo settore.
Quest’anno in particolare, oltre ai consueti dati di trasparenza, sono stati pubblicati i risultati di un questionario sugli effetti del Covid-19 sull’attività delle organizzazioni.
Per approfondire entrambi questi aspetti abbiamo chiesto un commento a Elias Gerovasi, ideatore e curatore di Open Cooperazione e di Info Cooperazione.
Cresce ancora il bilancio economico delle Ong
Anche nel 2019, come negli anni precedenti, si registra una crescita del bilancio economico delle Ong aderenti al progetto.
23,6% la crescita tra il 2016 e il 2019 del bilancio economico delle Ong aderenti a Open Cooperazione.
Nel 2019 tuttavia la crescita annuale è stata più modesta rispetto al periodo precedente, limitandosi a un aumento del 3,2%. Tra 2017 e 2018 invece la crescita era stata del 8% mentre tra 2016 e 2017 del 10,8%.
Il bilancio delle Ong italiane tra 2016 e 2018
Il bilancio economico aggregato delle organizzazioni aderenti a Open Cooperazione che hanno pubblicato i dati per gli anni di riferimento.
FONTE: Open Cooperazione
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Febbraio 2021)
Elias a tuo parere l'aumento più contenuto registrato quest'anno sui bilanci delle organizzazioni della cooperazione è la naturale conseguenza di un periodo di forte crescita oppure intervengono altre ragioni?
Credo che ci sia ancora la coda dell’effetto negativo della campagna mediatica che le ONG hanno subito nell’ultimo triennio sulla questione salvataggi di migranti nel Mediterraneo centrale. Lo dimostra il fatto che nonostante il trend di crescita dei bilanci diminuisce la percentuale di fondi reperiti dai privati. Tra il 2016 e il 2019 i fondi reperiti dalle donazioni private cala dal 44% del totale al 38%. Fortunatamente le organizzazioni sono state in grado di controbilanciare aumentando la raccolta fondi da donatori istituzionali con un aumento dal 56% al 62%.
Più lavoratori e più donne nel settore della cooperazione
Continua a crescere il numero di risorse umane impegnate nella cooperazione. Un dato positivo, a cui si aggiunge una caratteristica particolarmente interessante di questo settore, ovvero una proporzione quasi paritaria tra uomini e donne.
47,1% la quota di donne nelle risorse umane delle Ong aderenti al progetto Open Cooperazione.
In aumento il numero delle persone che lavorano nel mondo delle Ong
Le risorse umane delle organizzazioni aderenti a Open Cooperazione che hanno pubblicato i dati per gli anni 2016-2019.
FONTE: Open Cooperazione
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Febbraio 2021)
Elias qual è la tua valutazione sulla crescita delle risorse umane e sul ruolo cruciale delle donne nel mondo della cooperazione?
Le risorse umane della cooperazione crescono con un trend molto simile a quello delle risorse economiche, più progetti necessitano di più risorse umane dedicate sia in Italia che all’estero. Nel nostro settore sono sempre di più le colleghe donne che fanno le cooperanti e operano sul campo in realtà complesse e instabili soprattutto in Africa. Oltre a dare un contributo determinante al lavoro di cooperazione la loro presenza e il loro ruolo è un messaggio importante in contesti dove spesso la parità di genere è uno dei problemi più presenti.
Il questionario Covid-19
Quest'anno è stato proposto alle Ong aderenti un questionario per capire come queste abbiano risposto alle sfide poste dal Covid-19.
Un primo dato particolarmente allarmante riguarda le previsioni di bilancio sul 2020. Tra le organizzazioni che hanno risposto al questionario infatti 2/3 prevedono delle perdite nei risultati dell'esercizio 2020.
66,8% delle Ong che hanno risposto al questionario di Open Cooperazione prevede un bilancio in perdita per il 2020.
Le previsioni di bilancio sul 2020 delle Ong che hanno partecipato al questionario di Open Cooperazione
La maggior parte delle Ong e delle Osc della cooperazione internazionale prevede un bilancio in perdita nel 2020.
FONTE: Open Cooperazione
(ultimo aggiornamento: giovedì 11 Febbraio 2021)
Elias pensi che le perdite previste, che andranno poi confermate con i dati definitivi, si limiteranno al 2020 o dobbiamo aspettarci anni difficili per le Ong e le Osc che si occupano di cooperazione e solidarietà internazionale?
Temo che il segno meno non sarà solo sul 2020, gli effetti si spalmeranno sicuramente su un paio di anni. Bisogna tenere conto infatti che anche le risorse pubbliche destinate alla cooperazione sono ferme al palo, i governi Conte hanno tenuto al minimo l’investimento dell’Italia in questo ambito e hanno penalizzato in particolare il ruolo delle Osc privilegiando il canale multilaterale e promuovendo il ruolo del settore privato profit più che quello delle organizzazioni della società civile non profit. Per quanto riguarda i fondi provenienti dai donatori privati ci aspettiamo che l’opinione pubblica continui a percepire più importante l’aiuto a livello nazionale considerando l’aumento prevedibile delle povertà legate alla pandemia nel nostro paese.
Il futuro del settore della cooperazione
Quali sono gli altri principali risultati del vostro questionario e più in generale quali trasformazioni sta vivendo il mondo della cooperazione non governativa?
In generale emerge un quadro di preoccupazione rispetto alle risorse economiche, il settore della cooperazione non ha beneficiato di ristori o provvedimenti specifici per attutire il colpo della crisi.
Dalla nostra analisi emerge però che l’esperienza della pandemia sta accelerando alcuni cambiamenti già in atto nel settore. Le Ong italiane colgono l’occasione per cambiare il modo di realizzare le loro attività tradizionali (63%) e in molti casi cambiano proprio tipologie di attività (23%) cimentandosi su fronti nuovi e/o offrendo nuovi servizi (44%).
Smart working e digitale sono le prime scelte delle organizzazioni per superare la crisi, il 72% dei rispondenti si sta cimentando nella riorganizzazione degli spazi e del lavoro premendo sull’acceleratore della trasformazione digitale.
Guardando al futuro molte organizzazioni rinnoveranno la loro pianificazione strategica e si guarderanno intorno per stringere nuovi partenariati e alleanze fino all’ipotesi di fusioni e/o incorporazioni con altri enti, fenomeno che sta registrando un incremento interessante negli ultimi anni.
Foto Credit: Oxfam Italia