Una nuova nomina all’Agcom e il rapporto tra politica e autorità indipendenti Mappe del potere

Nei giorni scorsi il deputato della Lega Capitanio è stato nominato commissario dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Non è una novità che un politico assuma un incarico in un’autorità indipendente ma rimane comunque pratica inopportuna.

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Lo scorso 30 marzo la camera ha deliberato la nomina del deputato della Lega Massimiliano Capitanio a nuovo commissario dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). Il voto si è rivelato necessario visto che negli scorsi mesi è venuto a mancare il commissario Enrico Mandelli, che assieme agli altri attuali componenti del consiglio di Agcom, era entrato in carica nell’estate del 2020.

Questa nomina conferma una cattiva pratica della politica italiana rispetto ad autorità che pure la legge qualifica come “indipendenti”.

È istituita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni […] la quale opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione.

Capitanio infatti non è l’unico componente del consiglio di Agcom ad aver avuto una carica elettiva o una carriera in ambienti strettamente legati al mondo politico.

Che cos’è l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni

L’Agcom è una delle 19 realtà che svolgono funzioni in tutto o in parte assimilabili a quelle di autorità indipendenti. In questo caso l’autorità ha competenza in materia di comunicazione e dispone di poteri molto importanti che includono: la possibilità di invitare il governo a fare interventi normativi; la predisposizione di specifici regolamenti per l’applicazione delle norme sull’accesso alle infrastrutture; la disciplina per il rilascio di concessioni e autorizzazioni da proporre al ministro per le comunicazioni; l’adozione di provvedimenti per evitare la creazione di posizioni dominanti o comunque vietate.

L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha la finalità di assicurare la corretta competizione tra gli operatori e tutelare gli interessi degli utenti. Vai a "Che cos’è l’Agcom, autorità per le garanzie nelle comunicazioni"

In caso di violazione di alcune norme inoltre l’Agcom dispone anche del potere di irrorare sanzioni pecuniarie.

Proprio per l’importanza delle sue funzioni è dunque fondamentale che i vertici dell’organizzazione siano posti in una condizione di autonomia rispetto alla politica. Per questo sia il presidente che i 4 commissari che compongono il consiglio sono nominati per una durata di 7 anni, ovvero per un tempo più lungo di una legislatura.

Come vengono nominati i vertici di Agcom

Come avviene per altre autorità indipendenti nella nomina dei componenti di Agcom sono coinvolti da un lato il governo e dall’altro le camere. In questo caso è la legge 249/1997 a stabilire le procedure di nomina dei 5 componenti del consiglio.

La norma infatti dispone che il presidente dell’organo sia nominato con decreto del presidente della repubblica su proposta del presidente del consiglio sentito il ministro dello sviluppo economico. La scelta di tipo sostanziale dunque compete in questo caso al presidente del consiglio, che tuttavia è tenuto a consultarsi con il ministro dello sviluppo economico.

Anche gli altri 4 componenti sono nominati con decreto del capo dello stato. In questo caso però i commissari sono prima eletti dalle aule parlamentari: 2 dalla camera e 2 dal senato. Il testo della legge stabilisce che ciascun deputato e ciascun senatore esprima il proprio voto indicando un nominativo, ma è il regolamento d’aula che prevede il voto segreto in casi come questi.

Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone

Il voto parlamentare e l’autonomia

Questa norma è un presidio importante per garantire l’autonomia e la libertà dei parlamentari di esprimere liberamente il proprio voto. Allo stesso tempo però in questo modo il rischio è che nessuno si assuma la responsabilità di scelte che non sempre riflettono i requisiti previsti dalla legge.

I commissari ed il presidente sono scelti sulla base del merito, delle competenze e dalla conoscenza del settore, tra persone di riconosciuta levatura ed esperienza professionale, che abbiano manifestato e motivato il proprio interesse a ricoprire tali ruoli ed inviato il proprio curriculum professionale.

Peraltro va tenuto in considerazione che per l’elezione dei commissari non è prevista una maggioranza qualificata ma solo quella dei voti espressi. A questo va aggiunto il fatto che il voto avviene su 4 diversi nominativi, cosa che lascia ampio margine per logiche spartitorie. Anziché eleggere 4 figure indipendenti infatti i partiti hanno sempre la possibilità di accordarsi ed eleggere candidati graditi a 4 diverse parti politiche.

Pur senza mettere in dubbio il diritto della politica (governo e parlamento) di nominare i vertici di Agcom come di altre autorità indipendenti, istituzionalizzare alcune procedure contribuirebbe a rendere più trasparente la scelta compiuta dalla politica. Si tratta ad esempio di far precedere alle votazioni un ciclo di audizioni pubbliche dei candidati in modo che l’intero processo di selezione avvenga con evidenza pubblica.

La nomina di Massimiliano Capitanio

Come accennato a inizio dicembre 2021 è venuto a mancare Enrico Mandelli, nominato nel 2020 commissario di Agcom. Di conseguenza si è resa necessaria la nomina di un sostituto. La votazione, avvenuta lo scorso 30 marzo, ha avuto come esito la proclamazione di Massimiliano Capitanio, deputato della Lega, con alle spalle una carriera nel giornalismo.

FONTE: Camera dei deputati
(ultimo aggiornamento: venerdì 1 Aprile 2022)

Data la sua lunga esperienza nel settore del giornalismo e della comunicazione si può certamente auspicare che Capitanio abbia le competenze necessarie a ricoprire il ruolo per cui è stato eletto. Sul suo operato inoltre si potranno trarre giudizi solo dopo che avrà svolto il proprio mandato.

Allo stesso tempo però appare evidente come eleggere un parlamentare, per di più di una forza di maggioranza, sia quanto di più distante da una logica di indipendenza dalla politica. Peraltro Capitanio non era nuovo agli ambienti politici già da prima della sua elezione al parlamento. Negli anni infatti ha ricoperto gli incarichi di vicedirettore della struttura stampa del consiglio regionale della Lombardia e di capo della segreteria dell'assessore alle politiche sociali della provincia di Milano.

I parlamentari eletti in Agcom

Peraltro nella sua azione parlamentare Capitanio ha ricoperto ruoli importanti proprio nelle commissioni che si occupano di telecomunicazioni. Ovvero la commissione di vigilanza sui servizi radio televisivi e la commissione trasporti, poste e telecomunicazioni.

Da un lato questo avvalora certamente la sua competenza in materia di telecomunicazioni. Dall'altro però è del tutto evidente il cortocircuito tra il ruolo in organi parlamentari che hanno compiti di vigilanza e regolamentazione sull'attività di Agcom e la nomina ai vertici di questo stesso organo.

Certo Capitanio non è il primo commissario Agcom ad aver ricoperto il ruolo di parlamentare e di componente di queste due commissioni.

Lo stesso infatti si può dire per Antonello Giacomelli, già parlamentare del Partito democratico eletto ininterrottamente alla camera dalla quattordicesima alla diciottesima legislatura. Anche Giacomelli è stato membro della commissione trasporti e telecomunicazioni e della commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi. Nel suo caso però bisogna aggiungere anche l'incarico di sottosegretario al ministero dello sviluppo economico dei governi Renzi e Gentiloni.

Massimiliano Capitanio è stato proclamato eletto commissario di Agcom dalla camera dei deputati lo scorso 30 marzo ma ancora non risulta pubblicato il decreto di nomina del presidente della repubblica. Per questo ad oggi non ha ancora dato le dimissioni da deputato e dai relativi incarichi.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 11 Aprile 2022)

I dirigenti amministrativi eletti in Agcom

Se Capitanio e Giacomelli sono gli unici due componenti del consiglio di Agcom ad aver ricoperto incarichi elettivi, non sono però i soli ad aver avuto incarichi presso il ministero dello sviluppo economico o la camera dei deputati.

La commissaria Laura Aria infatti prima di diventare commissario di Agcom ha percorso un'importante carriera amministrativa che l'ha portata a diventare direttore generale per gli incentivi alle imprese del ministero dello sviluppo economico. Ruolo in cui è stata nominata per la prima volta dal ministro Luigi di Maio e poi confermata dal ministro Stefano Patuanelli (entrambi Movimento 5 stelle). In precedenza poi aveva anche ricoperto incarichi amministrativi di vertice presso il ministero delle comunicazioni e la stessa Agcom.

Infine, anche il presidente dell'autorità ha svolto il proprio percorso professionale a stretto contatto con la politica. Giacomo Lasorella infatti ha iniziato la sua carriera come consigliere parlamentare per arrivare nel 2015 ricoprire l'incarico di vice segretario generale della camera dei deputati. Nel corso degli anni poi ha ricoperto posizioni importanti anche nelle due commissioni che si occupano di comunicazioni ovvero la commissione di vigilanza Rai e la commissione trasporti, poste e telecomunicazioni.

Come abbiamo visto però la scelta del presidente di Agcom non compete al parlamento ma al presidente del consiglio. Nel caso di Lasorella dunque la nomina si deve a Giuseppe Conte, sentito il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, nell'ambito del secondo governo Conte.

L'unica componente del consiglio di Agcom che non risulta aver avuto incarichi elettivi o di amministrazione nei ministeri o in parlamento in effetti è Elisa Giomi, professoressa associata in sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Roma Tre. Lei stessa pochi giorni prima del 30 marzo ha rilasciato alcune dichiarazioni, sottolineando l'importanza di procedure a evidenza pubblica per individuare i candidati più qualificati per ricoprire incarichi di vertice nelle autorità indipendenti.

È solo grazie a procedure sempre più trasparenti e contendibili capaci di valorizzare competenza professionale e indipendenza personale che sarà possibile selezionare efficacemente i vertici delle Autorità di regolazione

 

Foto: Camera dei deputati

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