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Dichiarazione di Benedetto Fabio GRANATA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) 


 

«Cosche infiltrate nelle Regioni. I partiti non sorvegliano» - INTERVISTA

  • (04 agosto 2010) - fonte: l'Unità - Claudia Fusani - inserita il 04 agosto 2010 da 31

    «A settembre informeremo il Parlamento dei risultati definitivi. Ma il quadro che emerge oggi è preoccupante»

    «Nonostante la condivisione teorica al codice etico promosso dalla commissione Antimafia, sia tra le candidature che tra gli eletti ci sono infiltrazioni e zone d'ombra». Di prima mattina di una giornata che sarà lunga e faticosa, il vicepresidente della Commissione Antimafia Fabio Granata (Fli) mette sul piatto un altro carico da novanta. Il fronte è sempre lo stesso, quello della difesa e della tutela della legalità, un po' il Dna della nuova formazione in cui sono confluiti i finiani. Quello del Codice antimafia violato è una breccia nuova di questo fronte che sembra tagliare il Parlamento in due metà campo distinte e separate. Una premessa: il Codice etico promosso dalla Commissione antimafia è stato approvato all'unanimità, dopo un grande lavoro del Pd, del presidente della Commissione Giuseppe Pisanu, dello stesso Granata e di Angela Napoli, a febbraio scorso e ha lo scopo di offrire ai partiti lo strumento politico per selezionare con rigore le candidature, dalle circoscrizioni nei singoli comuni fino alle Regionali.
    E prevede che non possano figurare in lista tutti coloro che al momento della convocazione dei comizi elettorali risultino condannati, anche solo in primo grado, per reati di mafia e reati collegati (estorsione, usura, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti etc). La Regionali di aprile sono state il primo vero test. E quel test, secondo la denuncia di Granata, ha già fatto acqua almeno una dozzina di volte.

    Vicepresidente Granata, ci sono almeno dodici eletti illegittimi?

    «Il monitoraggio non è ancora completo e procede tra mille difficoltà. A settembre informeremo il Parlamento dei risultati definitivi. Già oggi, emerge un quadro tale per cui si può dire che alcuni partiti e alcuni candidati alla presidenza delle Regioni non hanno vigilato come era richiesto e doveroso. E se una dozzina sono i non aventi diritto tra gli eletti, molti di più sono coloro che sono stati candidati»

    Se non può fare i nomi, può indicare almeno i luoghi?

    «Posso dire che non ci sono solo regioni del sud ma anche del nord come Lombardia e Liguria. E che il mancato controllo riguarda candidati di centrodestra e di centrosinistra. Ecco perchè sono stupefatto di certe reazioni che arrivano dagli amici del Pdl. Il Codice fu approvato all'unanimità. Alla prima occasione non è stato rispettato. I cittadini non sopportano più queste ambiguità».

    La politica è ambigua nella lotta alla mafia?

    «Sì. Sono inquietato dal fatto che ancora troppi sostengono che la politica è impermeabile alla mafia. E' vero purtroppo il contrario: la politica è permeabile alla mafia. Lo vediamo tutti i giorni».

    Il presidente Pisanu era informato della sua denuncia di oggi?

    «Il presidente Pisanu non solo condivide questo modo di fare lotta alla mafia: ha soprattutto il merito di aver dato vita e di aver fornito gli strumenti alla struttura interna alla Commissione che sta facendo lo screening su liste ed eletti».

    Il Senato ha appena licenziato Il pacchetto delle norme antimafia. Il presidente Schifani avverte «La legalità non è patrimonio esclusivo di nessuno». Messaggio per lei e per Fli?

    «Nessuno ha la titolarità della legalità. Il mio auspicio è che ci sia una condivisione da parte di tutti. Ma finora non siamo tutti uguali».

    Che fine ha fatto il ddl anticorruzione tanto annunciato dal Pdl?

    «Sarà il nostro primo impegno a settembre. Con la legge sulla cittadinanza».

    Il procuratore antimafia Piero Gras non è sorpreso che il codice sia stato violato e spiega che la magistratura non può intervenire.

    «Apprezzo le parole di Grasso, dicono che la politica deve fare un passo avanti e riconquistare uno spazio».

    Il premier parla dl «antimafia dei fatti», quella del suo governo, nel giorno in cui si ufficializza la sua iscrizione al registro degli indagati della procura di Firenze per le stragi del '93.

    «Non conosco gli atti dell'indagine. Ma così come non ho dubbi sulla credibilità del boss Spatuzza per quello che riguarda la dinamica delle stragi, escludo che il Presidente del Consiglio sia coinvolto nelle stragi di mafia».

    Fonte: l'Unità - Claudia Fusani | vai alla pagina

    Argomenti: mafia, corruzione, stragi, politici indagati, partiti, Corruzione dei politici della II repubblica, lombardia, Nord e Sud, questione morale, Liguria, collusione | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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