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Dichiarazione di Domenico MENORELLO

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Padova (PD) (Lista di elezione: FI) 


 

(PDL) SULLA MOSCHEA:«C'è un solo caso, in Toscana dentro si parla italiano e se si sgarra si chiude»

  • (07 giugno 2008) - fonte: Il Gazzettino - Padova - Mauro Giacon - inserita il 08 giugno 2008 da 31

    MENORELLO HA PRESENTATO L’ESEMPIO DI COLLE VAL D’ELSA, DOVE C’É UNA MOSCHEA COMUNALE, SINDACO UN PD. MA LE REGOLE SONO CHIARE E FERREE
    Una moschea può essere "comunale". Esiste, l'ha fatta un sindaco del Partito democratico, lo stesso di Zanonato.
    È successo a Colle Val D'Elsa, in Toscana, e i canoni che hanno portato all'apertura di questa moschea su terreno dato dal Comune sono stati l'oggetto della conferenza stampa del consigliere di opposizione del Pdl, Domenico Menorello.
    Canoni che dimostrano come si possa fare un percorso molto più serio e circonstanziato di quello che sta facendo l'amministrazione comunale di Padova.
    «Perché mettendo alcuni paletti in quel caso si è dato vita ad un islam moderato, rispetto a quello integralista che ha in mente Zanonato».

    Che cosa hanno fatto in Toscana? «Prima di tutto la decisione è stata presa dal consiglio comunale e non dalla Giunta come qui. In secondo luogo è stato steso un protocollo d'intesa fra il Comune e l'intera comunità musulmana riunita in associazione, e non con una parte solamente, che è stata invitata a un'intesa col Comune».

    In base a questa intesa sono stati fissati degli obblighi come il fatto che la moschea, compatibilmente con le attività religiose, dovrà essere aperta a tutti.
    Ma la parte interessante comincia quando «è stato istituito un Comitato di vigilanza paritetico sulle attività del centro religioso.
    Sono otto persone di cui quattro nominate dal sindaco e il resto dall'organo di gestione dell'associazione. Il Comitato approva tutte le attività annuali e il bilancio di spesa, relaziona all'amministrazione, garantisce il profilo scientifico dei convegni.
    Non vi possono essere iniziative che non siano programmate col Comune.
    Infine due chicche: dentro la moschea, eccezion fatta per il culto, si parla italiano e inoltre la violazione di una soltanto di queste condizioni o la condanna di un membro del direttivo portano alla risoluzione di ogni contratto»
    Dunque, dice Menorello: «Non si potrebbe almeno copiare? A cominciare dal nostro emendamento sulla lingua italiana bocciato in Consiglio.
    E molto potremmo cambiare sull'attegiamento nei confronti delle donne che la nostra presidente del Comitato per ledispari opportunità sembra non vedere».
    Emanuele Carabotta, altro consigliere del Pdl annota: «Cerchiamo di capirci. La moschea non è il frutto di una interazione tra la nostra comunità e quella islamica ma soltanto l'esigenza di trovare un altro posto a un gruppo di persone che l'avevano aperta in via Anelli e che si sono costituite in associazione.
    E il Comune, come vediamo con decine di altri casi, prima dà loro un posto e poi allunga anche il contributo per l'affitto.
    È ora di finirla».

    Fonte: Il Gazzettino - Padova - Mauro Giacon | vai alla pagina
    Argomenti: moschea, pdl, pd, Comune, veneto, consiglio comunale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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