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Dichiarazione di Massimo Cacciari

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: DL) 


 

Salvare la chimica a Porto Marghera, Eni sta studiando come intervenire.

  • (02 luglio 2008) - fonte: Il Gazzettino.it - Marco Bampa - inserita il 02 luglio 2008 da 31

    Mestre - La grande partita per salvare la chimica di Porto Marghera è iniziata a Roma. Ieri mattina negli uffici del ministero per lo Sviluppo Economico, dove il 9 luglio alle 12 il ministro Claudio Scajola ha convocato Regione, Provincia, Comune, Industriali, sindacati e aziende chimiche per affrontare l'ultima crisi esplosa al Petrolchimico, col paventato addio alle produzioni dell'Ineos, c'è stato un incontro preliminare tra i tecnici ministeriali e quelli di Eni.
    Incontro preceduto venerdì scorso da un analogo tavolo con i vertici di Ineos, dopo lo stop delle trattative per l'acquisto dell'impianto di clorosoda di Syndial (cioè Eni) da parte della multinazionale inglese, sul punto di fare armi e bagagli e annunciare il suo disimpegno dal polo chimico veneziano.

    Un abbandono che significherebbe addio al ciclo del cloro e che ha fatto scattare l'allarme rosso da parte di sindacati e istituzioni locali, preoccupatissimi per le inevitabili drammatiche ricadute occupazionali (si parla, tra diretto e indotto, di 1200-1300 posti a rischio) per i lavorati di Porto Marghera, ma anche per il temuto effetto domino sugli altri petrolchimici italiani (Mantova, Ravenna, Ferrara) e molte aziende manifatturiere che usano materie prime come il pvc, base per la costruzione di materie plastiche, prodotto appunto da Ineos.

    Insomma, come è stato ribadito dai sindacati dei chimici e dallo stesso sindaco Cacciari la scorsa settimana alla Fenice ad Emma Marcegaglia, intervenuta all'assemblea di Confindustria Venezia, il problema non è locale, ma nazionale, perchè ne va della chimica di base italiana. Ergo, la richiesta ad Eni di gettare una ciambella di salvataggio e di garantire la continuità di produzioni e la salvaguardia dei posti di lavoro. Nell'incontro Eni, che non si è sottratta alla chiamata ed ha messo in campo un gruppo di lavoro per esaminare la situazione e vedere cosa è possibile fare, ha illustrato gli scenari attuali. Tracciando un quadro piuttosto negativo sul piano internazionale, soprattutto legato al continuo aumento del prezzo del greggio che rende sempre meno competitivo il mercato e creando problemi ai produttori, tanto che Ineos, terza produttrice al mondo e prima in Europa di pvc, avrebbe deciso di chiudere. Per questo muovere passi azzardati in uno quadro globale così complesso, per una società sì al 30\% pubblica, ma al 70\% in mano a una miriade di piccoli azionisti a cui rispondere, richiede calma, riflessione ed uno studio attento. Insomma Eni non si tira indietro, è disposta a darsi da fare (come in passato col riassorbimento dei lavorati della Dow e il mantenimento degli investimenti sulla Raffineria, hanno ricordato i tecnici) per cercare una soluzione al mantenimento del ciclo del cloro. Ma mantiene un atteggiamento prudente, sapendo bene che in ballo ci sono anche gravi ripercussioni occupazionali. Ed ha ribadito il suo impegno per trovare una via d'uscita, anche se la strada resta molto difficile. Ma la sua presenza al tavolo del 9 luglio da Eni viene considerata significativa: come dire noi ci siamo, non è detto che saremo noi la soluzione, ma proviamo a trovarla tutti assieme.

    Fonte: Il Gazzettino.it - Marco Bampa | vai alla pagina
    Argomenti: lavoro, sindacati, Eni, sindaco, venezia, chimica, petrolio, ministro Economia, Porto Marghera | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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